Durante il cambio di stagione dall’armadio vengono fuori dei capi che, per qualche motivo, non vanno più bene e dei quali vogliamo disfarci. Un’indagine ha rivelato che un quinto di ciò che abbiamo nel guardaroba non ci piace più o non si indossa. Quando però le condizioni dei capi sono ancora buone, è davvero un peccato buttarli via. E’ possibile, con un po’ di creatività, riciclare gli abiti e gli accessori fuori taglia o passati di moda, ma che sono ancora utilizzabili. Vediamo quali soluzioni adottare.
Portare i capi di abbigliamento ad uno dei mercatini dell’usato sparsi ovunque in Italia è un’ottima idea per smaltire la roba che non si indossa più. Il procedimento è molto semplice: si porta la roba che si vuole vendere al responsabile del negozio, che ne farà una valutazione con relativo prezzo di vendita al pubblico. Se ci si trova d’accordo sul prezzo pattuito viene firmato un “mandato di vendita”. Dopo di che sarà possibile esporre gli articoli. Il vecchio proprietario potrà alla fine incassare una percentuale pari a circa il 50% sul prezzo di vendita. Se i capi non si vendono, si può decidere di lasciarli in negozio abbassando il prezzo, oppure riportarseli a casa.
Vendita online
Se i capi sono stati indossati poche volte e sono ancora ben tenuti, conviene trovare un canale di vendita per ricavarci qualche
soldino. Per vendere i capi di abbigliamento che abbiamo in più nell’armadio ci sono le aste sul web. Ne potete trovare tante, semplicemente digitando sul motore di ricerca la parola “aste online”. In genere si richiede all’utente una veloce e facile registrazione al sito prescelto, e dopo una serie di semplici passaggi si arriva alla vera e propria messa in vendita dei capi. Per facilitare le operazioni di vendita degli articoli è consigliabile aggiungere una descrizione esaustiva e dettagliata ed una foto chiara e nitida.
Ritiro
Quando si parla di rottamazione in genere ci si riferisce alle automobili o agli elettrodomestici. Ma a quanto pare, anche nel settore della moda vi è questa possibilità. Molti negozi di abbigliamento segnalano in vetrina la loro adesione ad una “campagna di rottamazione”, che consiste nel portare presso il punto vendita un paio di jeans usati, un paio di scarpe consumate, un vecchio reggiseno, ed avere in cambio una percentuale di sconto su un capo nuovo o un buono valevole per l’acquisto di un determinato articolo. La rottamazione dei capi consente di riutilizzarli per ricavarne altro: per esempio, lo sapevate che con i vecchi reggiseni si possono ottenere pannelli fonoassorbenti?
Swapping
Capita a tutti di ricevere un regalo non gradito, o di sbagliare una taglia nell’acquisto: il rischio è di intasare il guardaroba con capi che non vengono indossati. Si può in questi casi ricorrere allo “swapping”, ossia uno scambio tra capi di abbigliamento usati, che avviene nei cosiddetti “swapping shop”, diffusi soprattutto nelle grandi città. Per cercare quello più vicino, basta digitare la parola “swapping shop” sul motore di ricerca. Molto diffusi sono anche gli “swap party”, dei ritrovi in cui invitare le amiche per scambiarsi i capi di abbigliamento a costo zero. Più persone vengono invitate, maggiori sono le possibilità di scambio.